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PATASSINI “Sistema Italia per le imprese: meno burocrazia, certezza del diritto e sistema fiscale più equo”

L’intervento dell’On. Patassini in merito alla discussione generale della mozione n.1-00010 relativa alle iniziative volte a favorire il rientro delle imprese italiane che hanno delocalizzato la produzione all’estero.

Resoconto stenografico

TULLIO PATASSINI(LEGA). Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, in quest’Aula, questa sera, abbiamo veramente ascoltato la possibilità di sviluppo concreto per la nostra Italia, perché da più parti e da più partiti politici, da più iniziative è emersa come la capacità manifatturiera dell’Italia possa trovare una nuova linfa nel ritorno di imprese che si sono delocalizzate all’estero. L’Italia ancora oggi è il secondo Paese manifatturiero d’Europa, questa manifattura ci ha permesso di sopportare la crisi economica che dal 2008 ha coinvolto l’Europa e tutto il mondo occidentale. È evidente che la crisi economico-finanziaria ha ripensato anche il modello economico globale. Io vorrei, senza ripetermi con gli onorevoli colleghi che hanno fatto considerazioni attente e assolutamente condivisibili sui processi di sviluppo nazionale, ricordare brevemente perché tante aziende, diversi anni fa, decisero di delocalizzare. All’epoca era imperativo il fattore costo; poter produrre a prezzi più bassi per vendere di più. Quindi, c’è chi ha delocalizzato nei Paesi dell’Est e chi è andato ancora più lontano, in Estremo Oriente. Con quale effetto? Quello di rincorrere il risparmio dei costi perché c’è sempre un Paese in cui la manodopera costa meno, esisterà sempre un Paese in cui i fattori di produzione sono più economici. Quindi, superato l’effetto Cina, si è passati all’effetto Vietnam; superato l’effetto Vietnam, si passa all’effetto Cambogia e questa ricerca del costo e quindi del margine sui volumi di produzione, non sulla qualità di produzione, ha causato una vera e propria invasione di prodotti provenienti dall’Estremo Oriente sui nostri territori, creando così non un circolo virtuoso per la nostra economia, ma un circolo assolutamente vizioso, in cui chiaramente il prodotto italiano non era più competitivo, a fronte di un’invasione di prodotti esteri.

Questo non significa, vorrei rifarmi a quanto ha detto poc’anzi un onorevole collega, che qui stiamo discutendo di internazionalizzazione; quello è un altro processo, assolutamente rispettoso di qualità e che deve essere perseguito, perché il nostro mercato è globale e la nostra economia deve essere pensata in maniera ; vorrei riferirmi ad altro aspetto, quello in cui l’imprenditore rincorreva solo il fattore costo, non il fattore di conquista di un mercato estero, ovvero la conquista del mercato interno di una nazione, sia essa la Romania, l’Albania o il ritorno alla Cina. Chiaramente questo modello economico ha causato immediatamente dei limiti,

quello di portare prodotti, come ho detto prima, di minore qualità e di maggiore impatto. Gli stessi consumatori si sono poi resi conto, nel tempo, che la qualità non poteva essere assimilata a un minor costo anche se, dobbiamo riconoscerlo per onestà intellettuale, per un certo periodo di tempo il fattore qualità l’abbiamo un po’ dimenticato anche da semplici consumatori.

Quando si parla di qualità, ovviamente l’Italia è al primo posto e al primo posto perché da duemila anni l’Italia fa qualità, l’Italia è da duemila anni che è sinonimo di bellezza, di arte, di cultura e quindi di qualità, di dei propri prodotti e di capacità, e vorrei tornare qui al capitale umano di cui noi italiani andiamo fieri, del capitale umano di cui siamo a disposizione, dall’artigiano all’intellettuale, ed è questo che, negli anni, sta facendo la differenza. Perché un’impresa, a questo punto – è la domanda che ci stiamo ponendo in quest’Aula –, dovrebbe tornare in Italia? Per un fattore di un incentivo? Per un semplice fattore di un beneficio fiscale? O perché qui vogliamo lavorare sul sistema Italia Paese, su un’attrattività del sistema Paese, che comporta evidentemente un più basso livello di burocrazia, una certezza del diritto e, da ultimo, un sistema fiscale più equo, a vantaggio non solo delle imprese che rientrano ma, come hanno già affermato altri, di quegli imprenditori che, con coraggio, con tenacia e determinazione, sono rimasti in Italia a produrre e che hanno mantenuto qui le loro basi e che oggi, in questo processo di rilocalizzazione, sono certamente avvantaggiati. Quindi, nella sintesi, è questo l’obiettivo delle mozioni che Lega e 5 Stelle hanno presentato congiuntamente, creare un sistema Italia che sia attrattivo sia per il ritorno delle imprese ma anche per l’arrivo di capitali esteri e di imprese estere. Di questo aspetto chiaramente, parlando di qualità, fondamentale, come hanno anticipato altri, è il , quindi una chiarezza da dove vengono i prodotti e da chi sono “prodotti i prodotti” e il gioco di parole, permettetemi, non è assolutamente casuale, questo vale sia nel settore della moda, del , ma anche nel settore dell’agroalimentare dove, in Europa e nel mondo, soffriamo l’, che incide per diverse decine di miliardi di euro.

Quindi, è giustissimo intervenire sui contratti, ma è giustissimo altrettanto intervenire sui contratti internazionali da un medesimo livello, perché siamo noi, quelli che dobbiamo tutelare il nostro . Lo dico anche con un pizzico d’orgoglio, nell’agroalimentare l’etichettatura dei cibi, l’etichettatura della filiera diventa fondamentale perché così non ci troviamo invasi di “Parmesan”, di “Macaroni”, di “Mozzarila” e così via. È per questo che i gruppi parlamentari di Lega e 5 Stelle hanno presentato in Commissione attività produttive della Camera una proposta di Commissione d’inchiesta parlamentare sui fenomeni di diffusione delle merci contraffatte e delle pratiche usurpative in campo commerciale, proprio perché il rispetto delle regole, soprattutto nel mondo del commercio internazionale, deve valere ancora di più, per un aspetto non solo etico, ma in particolare economico. È per questo che appoggiamo con la forza e con vigore le mozioni congiunte presentate dai nostri gruppi di Lega e 5 Stelle .

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