Resoconto stenografico
TULLIO PATASSINI(LEGA). Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, siamo qui a ragionare sul decreto Genova, che contiene importanti norme legate al sisma che ha colpito il centro Italia nel 2016. Questo fa seguito a quanto abbiamo positivamente deliberato in quest’Aula nello scorso mese di luglio, con il decreto-legge n. 55, di cui sono stato relatore e di cui mi onoro. Infatti, in quell’occasione, a luglio, abbiamo veramente cambiato il passo della ricostruzione di quei territori. Qui proseguiamo con decisione sulla stessa strada.
Ricordo che l’ultimo decreto, fatto dall’allora Premier Gentiloni, constava solo di un paio di articoli di proroga di natura fiscale. Grazie all’ottimo lavoro, che è stato fatto qui e in Commissione ambiente al Senato da parte dei senatori Lega e Cinquestelle – in particolare ringrazio il senatore Paolo Arrigoni -, abbiamo veramente stravolto quel piccolo decreto di proroga, trasformandolo in un primo passo per una vera ricostruzione dei nostri territori del centro Italia.
Anche nel decreto Genova abbiamo fatto importanti innovazioni, alla luce di due aspetti: semplificazione e concretezza. Ricordo a quest’Aula che il Consiglio dei ministri, a inizio ottobre, ha nominato il nuovo commissario per la ricostruzione, nella persona del professor Piero Farabollini, docente universitario, geologo, persona esperta di terremoti per le sue partecipazioni e per le sue consulenze che ha effettuato in passato. È già da vent’anni che opera in questo settore, perché noi del Governo del cambiamento la meritocrazia non la conclamiamo, la applichiamo. Il professor Farabollini, un tecnico, non un politico, è la prova che la meritocrazia, nel Governo del cambiamento, ha luogo e ha spazio. Questo perché? Perché noi vogliamo ricostruire i nostri territori e vogliamo, in particolare, ricostruirli bene. Questo è fondamentale. È evidente che, dopo due anni di silenzi, di assenze e di rimpalli, sarà ancora più difficile ricostruire, ma non per questo la sfida deve essere meno affascinante. È la sfida che ci aspetta nei prossimi mesi.
Qualche norma l’abbiamo adottata e l’abbiamo proposta, proprio per semplificare, snellire e agevolare le procedure. Su una norma, in particolare, i presidenti delle regioni del Partito Democratico Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo si sono accaniti, perché noi abbiamo semplicemente detto che volevamo sentirli, perché non volevamo perderci in interminabili riunioni. Infatti, a noi non interessa ricostruire le poltrone, interessa ricostruire le case.
E addirittura – è giusto, tramite lei, Presidente, informare il Parlamento – alla prima riunione, che ha convocato il commissario straordinario, con un grande sgarbo istituzionale, i presidenti delle regioni non si sono presentati. Se questo è l’inizio della collaborazione, speriamo che per il futuro tutti vengano portati a più miti consigli. Tra l’altro per noi il territorio è fondamentale, quindi abbiamo inserito un rappresentante per ogni regione, definito da ANCI, quindi un sindaco, che possa intervenire direttamente in cabina di regia e contribuire alla ricostruzione dei propri territori.
Tra l’altro questa struttura commissariale centrale, da domani, da quando verrà approvato questo decreto-legge, si occuperà non solo della progettazione delle opere pubbliche, ma anche della sua realizzazione. Questo perché noi dobbiamo mettere in piedi e mettere in moto tutte le forze dello Stato, per impegnarsi nella ricostruzione del centro Italia. Tutte le norme in questo decreto Genova relative al terremoto, come già successo a luglio, sono state concordate e suggerite dal territorio. Infatti, non possiamo vivere in una campana di vetro: dal territorio dobbiamo partire e al territorio dobbiamo tornare, perché è il territorio che vogliamo costruire.
Quindi, finalmente le università potranno intervenire direttamente per i lavori di loro competenza sul territorio, come soggetto attuatore. Era una svista, era una mancanza, non so che avevano fatto i Governi del Partito Democratico, sempre tanto attenti alle università. In questo caso, invece, siamo stati noi, noi della Lega, noi del MoVimento 5 Stelle, come Governo del cambiamento, a inserire le università come soggetto attuatore.
Abbiamo individuato e migliorato una norma, per permettere alle diocesi e agli enti pubblici ecclesiastici di intervenire sulle chiese. Questo perché abbiamo 3.800 chiese da ricostruire in tutto il cratere del centro Italia e queste chiese sono il luogo della socialità, sono il luogo della comunità. Infatti, questi due anni persi – la cosa più grave – hanno disgregato le comunità, le comunità più deboli, quelle più fragili, quelle che erano nei comuni montani. È proprio a queste comunità che dobbiamo dare e prestare la massima attenzione. Permettere di ricostruire una chiesa, un luogo pubblico, un luogo di socialità, aiuta da questo punto di vista.
Allo stesso modo, dobbiamo favorire il ritorno alla vita normale, attraverso le attività industriali e agricole. In questo decreto è previsto che le stalle temporanee, con gli opportuni accorgimenti, possano essere trasformate in definitive. La questione delle stalle, laddove vi sono anche delle DOP e vi sono anche delle attività di pastorizia particolare – faccio un esempio, la DOP della pecora sopravvissana -, è fondamentale sempre per un’ottica di ripopolamento del territorio. Tutti hanno ancora sotto gli occhi la devastazione che ha fatto il primo inverno, la prima neve del 2016, quando moltissimi animali sono morti perché le stalle non erano arrivate. E questo, come sempre, è il sostegno del Partito Democratico al territorio.
Addirittura, in una logica di semplificazione, faremo in modo che il tecnico che presenti una pratica del terremoto, in un’unica pratica, possa ottenere tutte le autorizzazioni necessarie, senza giri inutili tra i vari uffici. Questo è fondamentale. Con un’unica pratica può ottenere autorizzazione urbanistica, autorizzazione statica, autorizzazione sismica e richiesta di contributo. Un unico interlocutore, un unico tecnico, per snellire la ricostruzione, perché, veramente, sono ancora pochi i progetti che sono stati presentati e sono ancora meno i progetti che sono stati evasi. La burocrazia sta soffocando il terremoto, dopo che il terremoto ha distrutto le case. Per questo un ringraziamento particolare va ai tantissimi tecnici (ingegneri, geometri, architetti e geologi), che in questi due anni hanno lavorato sul territorio alla tutela del nostro bene più prezioso, i nostri borghi, le nostre città e le nostre realtà storiche, aiutando i cittadini, facendo sopralluoghi, facendo perizie.
Quindi, un’altra norma che è stata inserita, è proprio quella di sostenere persone che per due anni hanno lavorato con un anticipo delle spese tecniche a domanda presentata: il 50 per cento delle spese tecniche che, alla domanda e alla presentazione, verranno liquidate ai cittadini.
Poi vorrei parlare di un altro emendamento, che è fondamentale, perché è un emendamento completamente condiviso dal territorio. Vorrei rifarmi qui alla simpatica sollecitazione del compagno Stumpo: dopo la pace fiscale, la pace urbanistica.
Sì, dopo una guerra è importante fare la pace, dopo una guerra è importante che i cittadini riacquisiscano la normalità. Ma, se per tornare alla normalità dobbiamo sistemare lievi difformità e sbloccare la ricostruzione, cosa che tutti gli attori del territorio, dai sindaci ai corpi intermedi alle associazioni di categoria, ci chiedono, questa è la risposta adeguata che dobbiamo, in qualche modo, dare al territorio. Certo, sarà una ricostruzione lunga, sarà una ricostruzione dura, sarà una ricostruzione difficile. Il compito di questo Parlamento è porre le basi affinché tutti gli attori del territorio possano contribuire alla ricostruzione. Vorrei fare un ringraziamento particolare ai relatori del provvedimento Genova, ai componenti della Commissione che si sono impegnati affinché venisse integrato questo decreto con delle scelte ulteriori legate al terremoto del Centro Italia e a tutti i deputati eletti nel Centro Italia della Lega e del MoVimento 5 Stelle che hanno contribuito in maniera fattiva a questo provvedimento.
Tra l’altro, questo è l’esempio palese che questo Governo del cambiamento fa fatti e non chiacchiere. Abbiamo letto sul giornale attacchi dal Partito Democratico in cui si dice che noi non abbiamo fatto nulla. Probabilmente, forse, non so, è un’autodenuncia, un’autoaccusa; dovrebbero pensare a cosa hanno fatto in questi due anni i rappresentanti del Partito Democratico sul territorio. Quindi, probabilmente, era un’autodenuncia, forse è stato un del giornalista nel dire “noi non abbiamo fatto nulla, noi abbiamo dormito in interminabili riunioni e interminabili proclami”. Questo è un altro esempio in cui facciamo qualcosa. Tra l’altro, mi dispiace anche dover constatare che in questo approccio sfascista si siano uniti alcuni rappresentanti di Forza Italia, che, come se fossero scesi da Marte, come degli UFO che fossero scesi da una navicella spaziale, sono arrivati nelle Marche e hanno detto: porca miseria, ma qui non si è ricostruito niente. Io domando a questi deputati, al senatore di Forza Italia Cangini e al responsabile enti locali Fiori: ma dove sono stati fino a stamattina, dove sono stati fino a ieri? Questa è la questione vera. Noi abbiamo iniziato a fare fatti; qualcun altro ancora dorme in sterili denunce. Quindi, signore e signori, questo è il Governo del cambiamento e questo è quello che vogliamo fare.
Da ultimo, Presidente, vorrei concludere il discorso con una comunicazione di servizio, perché è un argomento che coinvolge tantissimi e sul quale il Governo sta lavorando in maniera intensa. C’è la volontà da parte del Governo e da parte della maggioranza di fare in modo che la ricostruzione parta anche attraverso tutti i tecnici che lavorano sul territorio, che, ovviamente, dovranno essere rinnovati, prorogati nei loro contratti. Sono circa 700 ragazzi, 700 giovani tecnici che si stanno impegnando in questo momento, che verranno rinnovati per il 2019 e 2020, chiaramente nei luoghi opportuni, quindi tramite la legge di bilancio. Questo è il Governo del cambiamento, queste sono le decisioni forti che stiamo facendo, questa è l’Italia che vogliamo e che cambieremo, a partire dal terremoto del Centro Italia .