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Tecnologia contro il rumore per non disperdere il potenziale dei territori

Avviato con l’audizione dell’ AD di Rete Ferroviaria Italiana il processo per scongiurare il posizionamento di barriere che impattano sul paesaggio

“Barriere fino a 8 metri per ridurre l’inquinamento acustico? No grazie, ci sono altri metodi per risolvere il problema e non distruggere un patrimonio ad alto valore aggiunto come i panorami della nostra Italia”.

È questo il succo dell’ audizione dell’Amministratore Delegato di RFI – Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile tenutasi oggi su richiesta dai deputati leghisti marchigiani Tullio Patassini e Giorgia Latini. L’intento è quello di aggiornare ilpiano di contenimento ed abbattimento del rumore di RFI che prevede di realizzare un primo stralcio di 416 barriere antirumore per complessivi 716 km. Approvato dalla Conferenza Unificata Stato Regioni nell’intesa del 1° luglio 2004, è divenuto anacronistico quanto a metodi.

“RFI ha oggettive difficoltà a realizzare il piano e il Paese dispone di un patrimonio dal valore unico costituito da paesaggi tra i più affascinanti al mondo. È dovere del legislatore intervenire per ricomporre anche dal punto di vista normativo le modalità di risoluzione della problematica alla luce di nuove opportunità tecnologiche– spiega Patassini, componente della commissione Attività Produttive della Camera – I risvolti economici e sociali altamente negativi per territori che si caratterizzano per l’alta vocazione turistica sono evidenti sia durante la lunga fase della cantierizzazione delle opere sia a lavori ultimati e per questo da scongiurare”

L’audizione ha avviato il processo per modifiche e integrazioni alla legislazione vigente rese necessarie e opportune dalle innovazioni tecnologiche di cui si dispone attualmente e che non potevano essere prese in considerazione al momento di varo del piano.

“Guardiamo agli effetti più che positivi di soluzioni adottate da alcuni paesi del Nord Europa che si sono concentrati su interventi alle ruote e ai sistemi frenanti dei treni installando le barriere antirumore solo in casi eccezionali e comunque di altezza ridotta– conclude Patassini – Migliorare il materiale rotabile e adottare politiche incentivanti di retrofitting di quello in esercizio sono soluzioni altrettanto efficaci e ad impatto zero”.

 

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