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PATASSINI (Lega): A RISCHIO I FONDI PNRR PER LE MARCHE TERREMOTATE

L’onorevole maceratese, primo firmatario dell’interrogazione che chiede la ripartizione in base al danno effettivo, sollecita l’immediato intervento della Regione in cabina di regia sisma

Macerata, 4 dicembre 2021 – “Nella ripartizione dei fondi PNRR si sta andando nella direzione di penalizzare le Marche terremotate. A poco serve parlare di una Zes futuribile mentre un’ingente percentuale degli 1,8 miliardi disponibili per il sisma Centroitalia viene dirottata sul sisma aquilano del 2009 e su altri interventi. Si compromette in modo sostanziale non solo il rilancio, ma la stessa sopravvivenza dei nostri borghi marchigiani. Come Lega abbiamo tradotto in una interrogazione urgente, di cui sono primo firmatario, il grido di allarme lanciato anche da Associazioni di categoria, Comitati e Istituzioni. Contemporanemente ci stiamo muovendo in ogni sede perché si utilizzi il criterio del danneggiamento. Il presidente delle Marche Acquaroli e l’assessore Castelli, che siedono di diritto nella cabina di coordinamento integrata Sisma 2016, intervengano con la massima tempestività. Va espressa la chiara volontà della Regione di procedere, riguardo anche agli interventi previsti dal fondo complementare Pnrr, con una distribuzione su base regionale e provinciale che tenga presente l’indice di danno: solo così potremo sostenere lo sviluppo omogeneo delle aree interne appenniniche”.

Lo dichiara l’onorevole leghista Tullio Patassini, primo firmatario dell’interrogazione presentata al Consiglio dei Ministri e al Ministero della Coesione Territoriale fin dallo scorso 5 novembre per chiedere se “in sinergia con la cabina di coordinamento integrata sisma 2016, si intendano adottare iniziative per proseguire con riguardo agli interventi previsti dal fondo complementare Pnrr, con una distribuzione dei medesimi su base regionale che tenga presente l’effettivo impatto causato sui territori dagli eventi sismici del 2016 e 2017, al fine di sostenere lo sviluppo omogeneo delle aree interne appenniniche”.

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